Marilù Prati

Il suo volto è indissolubilmente legato ad uno dei personaggi scarpettiani più famosi e amati di sempre. Il personaggio è quello di “Santarella” dell’omonima commedia e il volto è quello di Marilù Prati. L’attrice napoletana, entrata giovanissima nella compagnia di Eduardo De Filippo, ha interpretato al fianco del grande Maestro il ruolo della protagonista in “Na Santarella” nella versione registrata per la Rai. Marilù Prati ricorda quell’esperienza come una delle più belle e formative di tutta la sua carriera. “Eduardo viveva nel teatro, era uno spirito del teatro – racconta l’attrice –. Mi ha insegnato tutto, era una persona estremamente moderna. Ci teneva moltissimo che tutte le cose fossero fatte e dette come lui voleva, ma ci lasciava anche spazio. Dava delle tracce, che mi sono servite tantissimo, perché mi hanno dato dei binari da percorrere che tutt’ora ho presente”. Marilù ha respirato fin da bambina la magica polvere del palcoscenico, grazie ad un papà tenore, che la portava spesso con sé ad assistere alle proprie esibizioni. Nel 1967 si trasferisce a Roma, dove comincia a muovere i primi passi nel teatro. Il suo ingresso in arte avviene attraverso un annuncio letto su “Paese Sera”: Mario Ricci stava cercando una giovane attrice per lo spettacolo “Edgar Allan Poe”. A Roma era l’epoca dei teatri nelle cantine, dei laboratori e Mario Ricci era uno degli esponenti più importanti dell’avanguardia, con il suo “teatro immagine”. Il provino va a buon fine e inizia per lei un’avventura straordinaria che le cambia la vita. Dopo un viaggio in India, Marilù ritorna a Roma ed è in questo periodo che avviene un altro incontro fondamentale, quello con Carlo Cecchi ed Elsa Morante, che proprio in quel periodo stavano lavorando all’idea di riproporre il “Gran Teatro”. È il 1969 quando l’attrice napoletana entra nella compagnia di Carlo Cecchi, dove resterà per tre anni. “Eravamo un gruppo molto unito. Anche Elsa Morante, che in quel periodo stava scrivendo “La Storia”, spesso si univa a noi e partecipava attivamente alle scelte del Gran Teatro”. Gli spettacoli andavano in scena al “bit 72”, tempio dell’avanguardia romana, dove si esibivano artisti come Leo De Berardinis, Perla Peragallo e Carmelo Bene. Successivamente, l’attrice fa il suo ingresso nella compagnia del grande Eduardo. In quel periodo, De Filippo stava allestendo la sua ultima commedia, “Gli esami non finiscono mai”. “Erano anni bellissimi – ricorda l’attrice –. Eduardo aveva una compagnia composta perlopiù da giovani ed eravamo molto affiatati tra noi. C’erano Mario Scarpetta, Isa Danieli, Luca De Filippo, Lina Sastri, Marina Confalone, Angelica Ippolito. Ricordo un bellissimo Natale, trascorso con Eduardo e tutta la compagnia a Palazzo Benci a Firenze, dove cenammo tutti insieme e ci scambiammo i regali. Eduardo era sempre affettuosissimo con noi. Una volta mi invitò nel suo camerino e mi disse: “vuoi conoscere un segreto per scaldare la voce prima di uno spettacolo? “E mi offrì un caffè con un pò di whisky!”. Il ricordo più bello che lega la Prati a Eduardo è naturalmente l’offerta, del tutto inaspettata, di quel ruolo da protagonista accanto a lui: “Eduardo mi chiamò in camerino durante una pausa e mi disse che a breve avrebbero registrato per la Rai una nuova serie di commedie, tra cui “Na Santarella”. Mi fece sedere, mi guardò e mi disse seriamente “ma tu te la sentiresti di fare “Santarella”?. Io rimasi a bocca aperta, mi aspettavo tutto tranne che una proposta del genere, e dopo qualche secondo di pausa dissi di colpo “Sì!”. Dopo l’avventura con Eduardo, Marilù Prati ha girato i grandi festival europei nella compagnia di Luca Ronconi con “Utopia”, un montaggio di cinque commedie di Aristofane e da quel momento la sua carriera non si è mai arrestata. Al cinema è stata diretta da registi come Federico Fellini e Mario Monicelli, ha preso parte a diversi sceneggiati tv, ma il suo amore resta sempre il teatro, dove in diverse occasioni ha debuttato non solo come interprete ma anche come autrice, come in “Bumbulè” e “Chiamami Mae West”.

 

 

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